EX… EX… EX…

Carissimi,

che strano chiamare tutti con il prefisso “EX”: “ex-marito”, “ex-cognato”, “ex-suocera” (!!! ah che goduria!)…. Ancora non mi sono abituata a questo nuovo tipo di rapporto, non mi viene spontaneo, come non mi veniva naturale dire “mio marito” quando ero una novella sposa e lo chiamavo semplicemente col suo nome di battesimo.

Ora che passano pian piano i mesi, mi sto rendendo conto che la sera non devo aspettare il ritorno di nessuno, che se programmo una passeggiata o una gita non devo mettermi d’accordo con altri, se non con me stessa, che i miei orari per andare a dormire o guardare la tv riguardano solo me.

E mi sono accorta, con grande sconvolgimento, che non mi manca affatto la sua presenza in casa; da dicembre è venuto già diverse volte, in due o tre occasioni ha pranzato anche da noi, ma non mi fa nessun effetto vederlo entrare e sedersi a tavola, oppure dopo, vedere che si alza, saluta i figli e me e se ne va. Non ho idea di che cosa possa provare Lui, se soffre, se è indispettito, se magari mi vorrebbe “eliminare” (chissà… magari mi vorrebbe morta); so solo quello che provo io ed è un tale senso di liberazione e di leggerezza, che non avrei mai immaginato.

E i figli? In apparenza le cose vanno benissimo anche sotto questo aspetto: Lui li invita a pranzo e cena ogni volta che il lavoro glielo permette, loro vanno volentieri e addirittura hanno fatto una gita all’estero di ben 5 giorni! … mai successo prima!

Solo nei miei confronti Lui non ha un comportamento “normale”: nello sforzo (forse) di fare il simpatico a tutti i costi, diventa pesante e insopportabile; dopo giorni e giorni in cui non ci si era visti nè sentiti (sinceramente evito, se possibile, le occasioni di incontro; visto che i figli sono grandi, sono loro stessi che si mettono direttamente d’accordo con Lui per vedersi, per mangiare insieme) il primo argomento che ha affrontato è stato di natura economica (ha “battuto cassa”), il secondo è stato chiedermi se avevo trovato un uomo, il terzo ha criticato la mia migliore amica, con cui esco, perchè un po’ sovrappeso. E io, che avevo accettato di prendere un caffè con Lui, sperando di riallacciare una qualche forma di dialogo civile, l’ho salutato rapidamente e me ne sono andata per la mia strada.

Una cosa non riesco proprio a perdonarmela: ma come ho fatto a sbagliare così tanto? come ho fatto a non capire che non era la persona giusta per me? come ho fatto a metterci al mondo quattro figli? Mi sento responsabile di tutto questo strazio, di tanto dolore anche per loro; avevano diritto di avere una bella famiglia unita, due genitori che filavano in perfetta armonia, un esempio su cui fondare la loro famiglia. Non ci sono riuscita, non ne sono stata capace, ho fallito nell’unico obbiettivo della mia vita: la famiglia.

Ora vorrei solo una cosa: che i miei figli avessero imparato dai miei sbagli, per non cadere come me in questa “trappola diabolica” della paura di rimanere sola tutta la vita e che ci spinge a buttarci nelle braccia del primo venuto.

Pubblicato in "tsunami" | 2 commenti

anno nuovo… vita nuova (!!!)

Carissimi,
(ma a distanza di tanto tempo ci sarà ancora qualcuno che mi legge?) è passato un anno senza che io abbia dato notizie di me e della mia situazione.
E’ stato un lungo anno pieno di dolore, disperazione e incertezza; non sapevo più come uscire da una situazione che non aveva comunque sbocchi. L’unica certezza che avevo è che per niente al mondo sarei tornata indietro, e così è stato: mi sono separata.
Pochi giorni prima di Natale (con un tempismo di pessimo gusto, lo so) abbiamo firmato la consensuale.
“Consensuale” per modo di dire, visto che ho dovuto mollare su tutta la linea e accordare tutte le richieste di quello che ora posso finalmente chiamare il mio “EX”. Il 21 dicembre Lui ha traslocato e per me si è aperto un nuovo capitolo della mia vita.

Non è stato un Natale facile, questo.

Lui è venuto a mangiare sia il 25 che il 26, per non star lontano dai figli, e visto che non si era ancora organizzato, io non ho fatto problemi. In più mi sentivo malissimo: avevo la febbre a 38 e 8, dolori dappertutto, raffreddore e tosse come non mi succedeva da anni. Però è passata, come sono passate anche le feste, senza troppi dolori e senza lasciare strascichi.

Ora l’Ex vive in un appartamento in un’altra zona della mia città, invita spesso i figli, a pranzo o cena, cerca di fare quello che può per non perdere i contatti con loro. Da un punto di vista economico, non mi ha ancora dato un euro, ma la prossima settimana dovrebbe darmi gli alimenti per i figli e anche questo sarà un nuovo capitolo che si aprirà ed è quello che mi preoccupa maggiormente. Ce la faremo? Spesa, bollette, dentista, carburante nell’auto, assicurazione e condominio… tutto sulle mie spalle… L’Ex dovrebbe contribuire al 50% riguardo alle spese sanitarie, sportive e scolastiche dei figli, ma solo dopo averle concordate insieme preventivamente e solo nel caso che non superino i 150 euro complessivi… vi immaginate, con 4 figli? i fatidici 150 euro li superiamo praticamente sempre, basta andare dal dentista una volta o pagare la rata dello sport del piccolo… Vedremo…

Sono “felice”. Non mi manca affatto. Sto bene senza la sua presenza in casa. Mi sono riappropriata dei miei spazi, dormo nel mio comodo letto, mangio quello che mi va e penso con la mia testa.

Spero di avere di nuovo un po’ di tempo per aggiornarvi presto.

Pubblicato in "tsunami" | 1 commento

anno nuovo… vita nuova (???)

 
 
Anno nuovo… vita nuova (???)
 
 
Eccomi…
 
Prima di tutto, tanti auguri di un sereno anno a tutti.
E chi non ha bisogno di un augurio così?
 
E ora a noi… inizio a raccontare.
 
Non ho cambiato idea, non posso che separarmi.
Ho convinto le figlie ad aprire un loro conto corrente, svincolato da me e da Lui, per "salvare" i risparmi da tentazioni catastrofiste.
Continuo a dormire sul divano, e ormai le mie povere ossa me lo ricordano tutti i santissimi giorni. Non ne posso più.
Lui ha accettato l’idea di separazione ed è andato a parlare con i suoi superiori, per un trasferimento. La nuova destinazione potrebbe essere a 250 km da casa nostra, ma non ha ancora deciso definitivamente.
 
Ieri sera gli ho vomitato addosso tutto quello che non gli avevo detto mai, vuoi per educazione, vuoi perchè c’è sempre qualche figlio nelle vicinanze. Non ce la facevo più a tenermi dentro i rospi che Lui mi ha fatto ingoiare. Ora, se lo guardo, mi disgusta, mi da fastidio anche la sua sola presenza. Il problema è che (anche accettando il trasferimento) non se ne potrà andare prima del 1° giugno, giorno in cui il posto si renderà libero.
E chi resiste altri 5 mesi così?
 
Ho ripreso i miei incontri con uno psicoterapeuta; è uno diverso, più deciso. Questo mi sa dare indicazioni su come affrontare il problema con le figlie (con le quali ho già parlato) e soprattutto purtroppo, con il piccino, che ha solo 12 anni e mezzo.
Mi da un dolore immenso pensare a lui, al suo bisogno di crescere in mezzo agli affetti più forti, più sicuri, e invece all’improvviso trovarsi catapultato in una situazione ben diversa.
Per quanto mi riguarda, io farò il possibile perchè non ne soffra troppo, ma mio figlio è molto sensibile, tenero e non so se mi riuscirà.
Ieri mi sono raccomandata anche con mio marito, perchè si faccia tornare un po’ di lucidità e di coscienza e, almeno nei confronti del piccolo, cerchi di portare rispetto, usando atteggiamenti e parole adatti a lui, ai suoi sentimenti, ai suoi bisogni.
 
E poi mi auguro che non ci sia la guerra per gli alimenti…
… ma viste le premesse, che si può sperare?
Lui ha già detto che "deve campare", che avrà bisogno di più soldi possibile, che gli sto negando un futuro…
 
Ora non ho più la forza di scrivere.
Nei prossimi giorni, spero di aver ricaricato un po’ le batterie e poter ripartire.
 
Un abbraccio a tutti voi
 
Pubblicato in "tsunami" | 4 commenti

… fra un mese sarà Natale…

 
… e fra un mese sarà Natale…
 
 
Un nuovo tradimento…
 
Stavolta non sono stata tradita da mio marito, no.
Si tratta di un tradimento di tipo diverso, ma molto più doloroso.
Sono state le mie figlie a farlo, nei miei confronti, ieri sera.
 
La tensione che si accumula da giorni, mesi in casa mia, ieri sera ha fatto "saltare il tappo" ed anche loro hanno dato voce alla loro sofferenza.
 
Lui era a cena fuori.
Il piccino era già a letto.
Le figlie erano al piano di sopra a guardare la tv.
Io, terminate le faccende, sono andata da loro per stare un po’ in compagnia e magari vedere un film insieme…
Evidentemente ho sbagliato: una si è alzata dal divano e ha detto che andava a letto, le altre due si sono irrigidite e poi si sono messe a brontolare… che ormai non avevano più un loro spazio, che col mio atteggiamento impedisco loro anche di invitare gli amici (vi ricordo che vado a dormire sul divano… quindi niente amici a "tirar tardi" la sera…), che ci dovremmo vergognare per come ci comportiamo.
A questo punto, anche quella che era scomparsa per andare a dormire è tornata e proprio lei si è fatta portavoce di tutte e tre: Lui ha sbagliato, sì, ha fatto cose che non doveva, sì, si dovrebbe vergognare, sì, ma io… io non ci penso a loro? … alle difficoltà che tutti noi incontreremo dopo la separazione? 
E poi mi hanno detto che io sono stata una mamma musona, che non le ha fatte sentire brave, come invece si meritavano, ma che anzi, tutto quello che loro facevano con grande, grandissimo impegno, dallo studio al prendersi cura del fratello, all’aiuto in casa quando noi siamo al lavoro, era quasi dovuto, scontato…
 
Insomma ho sbagliato e sto continuando a sbagliare tutto, ma proprio tutto tutto…
 
La mia seconda figlia fra pochissimi giorni si laurea.
Lui ha detto che se non facciamo una tregua (tradotto: "se non torno a dormire in camera con Lui, nel letto con Lui"), si farà spostare il turno di lavoro e non verrà alla festa di laurea, perchè non sopporta di dover fingere che vada tutto bene, mentre invece ci stiamo separando.
E’ un ricatto bello e buono e io non voglio cedere.
Saranno giorni difficili e io mi sto consumando sempre di più, ormai sono talmente stressata che mi viene da piangere in continuazione, anche senza motivo. Non faccio altro che colpevolizzarmi per tutto quello che è successo, sta succedendo e succederà in futuro.
 
Anche col mio grande amore non faccio che parlare di questa situazione familiare e ho paura di stancarlo.
Sempre più spesso penso che dovrei avere il coraggio di staccarmi da lui, almeno finchè non ne sarò fuori, almeno finchè la situazione sarà un pochino più chiara, ma quando sto con lui è l’unico momento in cui riesco ad avere un raggio di sole per me.
 
E fra un mese sarà Natale… 
Pubblicato in "tsunami" | 3 commenti

la gestazione… il parto…

 
 
La gestazione… il parto…
 
 
Cari carissimi amici, dalla fine di giugno non mi avete più letto, non vi sarete mica dimenticati di me?
 
Sono sempre qui, lo so, vi ho trascurato, ma i problemi che ho dovuto affrontare quest’estate hanno fatto passare in secondo piano il blog e la scrittura di queste pagine di diario.
Proverò a riassumere a grandissime linee quello che è successo.
 
Vi avevo annunciato l’ennesima bravata del marito (e qui continuo a stendere un velo pietoso su cosa ha architettato stavolta), classica "goccia che fa traboccare il vaso", dopodichè avevo preso la decisione che questa sarebbe stata davvero l’ultima che avrei subito.
Sono andata da un avvocato (donna) per chiedere la separazione da lui e le ho esposto il mio problema, mi ha spiegato come funzionano le cose in questi casi: mi ha detto che la consensuale è la migliore, per rapidità e risparmio, ma… c’è un problema: bisogna volerla in due!!!
Lui, che finora mi ha criticato e tradito, ora invece non vuole mollare, non accetta l’idea che il matrimonio sia finito e che non lo voglio più, dice che non se ne andrà mai da questa casa, che è la sua casa, e lontano dai suoi figli.
Per tutta l’estate è andato avanti l’incubo quotidiano delle discussioni e dei chiarimenti, fino a coinvolgere le figlie (solo le grandi, il piccolo fortunatamente no… anche se anche lui deve aver capito per forza il problema, perchè non è nè sordo nè stupido!).
Per tutta l’estate ne abbiamo parlato e parlato e parlato… urlato e urlato e urlato… ma senza arrivare a nessun accordo.
IO non voglio nessun accordo con Lui. Ormai non più.
Adesso, sfinita e sicura di non essere più in grado di ricominciare ad amarlo, ho parlato di nuovo con l’avvocato e il 4 novembre Lui ha ricevuto la lettera in cui è invitato a presentarsi nello studio legale per firmare l’accordo per la separazione consensuale.
Di nuovo urli e prepotenze: non intende ragioni, anzi… ha promesso guerra: darà fondo a tutti i nostri risparmi per ritardare il più possibile la sua uscita dalla mia vita e dalla SUA casa, facendo cause e contro-cause per non andarsene affatto.
Le figlie si preoccupano, perchè sanno benissimo che quei soldi (in verità non molti) sono lì per loro, per garantire la possibilità di studiare o un piccolo aiuto quando dovessero andare a vivere da sole o sposarsi.
E’ un ricatto in piena regola…
Avete visto il film "La guerra dei Roses"? Si prevedono repliche in grande stile a casa mia…
Non voglio tornare indietro, ma ho i brividi se penso a cosa potrà succedere nei prossimi giorni o mesi.
Sarò abbastanza forte per oppormi a Lui? Riuscirò a portare fino in fondo la decisione che ho preso con tanto dolore?
Più passa il tempo, più sono certa che non potrei più tornarci a letto insieme (adesso dormo sul divano, al piano di sopra, già da diverse settimane): è inimmaginabile; non voglio essere toccata da Lui nemmeno con un dito, non riesco ad immaginarmi un futuro con Lui… ma è comunque il padre dei miei figli e dovremo continuare a sentirci, vederci, avere contatti… sarò capace di gestire tutto questo?
Ho paura, tantissima. Sono terrorizzata.
Già il mio futuro da sola mi da i brividi, perchè finora ci siamo sempre divisi i compiti, mi sono sempre appoggiata a Lui per qualunque cosa, ho l’impressione di non essere capace di organizzarmi, di farmi bastare i soldi, di ricordarmi tutte le scadenze, di sapermi muovere fra pratiche, sportelli e rate da pagare… e seguire i quattro figli, di cui uno ancora così piccolo, bisognoso di una presenza maschile, di un esempio da seguire, di suo padre…
Non ne posso più, ma nemmeno se penso a tutto questo trovo la forza di ricominciare con Lui.
E non c’entra la mia storia con l’altro uomo. Indipendentemente da lui, IL MIO MATRIMONIO E’ FINITO.
 
Così, dopo tutta un’estate di "gestazione" a pensare se la separazione era proprio la cosa "giusta" da fare (o almeno quella meno sbagliata per me), ho partorito finalmente fra grandissimi dolori la decisione che IO NON RIESCO PIU’ AD AMARLO.
Se ci fosse stata un’altra donna al posto mio, Lui non si sarebbe mai permesso di comportarsi così e forse non saremmo arrivati a questo punto, o forse adesso lei riuscirebbe a gestire a suo vantaggio la debolezza e la paura che Lui sta dimostrando, come mi ha detto la mia figlia maggiore ("mamma, ma non ti rendi conto che ora potresti chiedergli qualunque cosa? … approfitta, no?").
Io no, non ci riesco, non ne sono capace, non voglio; anche se funzionasse (cosa di cui non sono certa), quanto mai potrebbe durare? e chi mi potrebbe garantire che in futuro io riuscirei a ritrovare la forza di andare da un avvocato per parlare di nuovo di separazione? è stato già difficilissimo farlo questa volta… ce la farei una seconda volta, più vecchia e stanca di quanto sono ora?
 
No, assolutamente no. Questa è l’unica possibilità che ho. Ho aspettato anche troppo.
Spero di non perdere l’affetto dei miei figli, che non mi facciano sentire in colpa ancor più di quello che già sento da sola, spero che la realtà sia un po’ meno spaventosa di quello che mi immagino, spero che questa sia la decisione giusta.
 
 
Pubblicato in "tsunami" | 1 commento

sono ancora qua… e voi?

 
Sono ancora qua… e voi?
 
 
Carissimi, sono ancora qua… e voi?
E’ passato tanto, troppo tempo dall’ultima volta che ho scritto e chissà che cosa penserete sia succeso.
Non vi ho dimenticato, semplicemente era un momento di stallo: nessuna novità di rilievo nella mia nuova storia, se non che sto veramente bene insieme a questo mio grande amore, nessuna novità di rilievo nemmeno nel mio matrimonio, che purtroppo continua a "zoppicare" (usando un eufemismo) come negli anni e mesi passati.
 
Purtroppo però le novità sono sempre in agguato e mio marito è uno che in fatto di novità non mi ha fatto mai mancare niente.
 
Stavolta non posso però raccontare quali "sorprese" mi ha riservato: c’è un limite dettato dal buon gusto e dalla riservatezza e se vi siete letto tutto quello che ho pubblicato finora (e non ho avuto problemi a scriverlo!), potete immaginare che stavolta si è veramente toccato il fondo, visto che non ce la faccio nemmeno io a raccontarlo.
Sono stanca.
Stanca di dover far da mamma anche a Lui, ormai più che cinquantenne, stanca di trovarmi di nuovo a parlare dei soliti problemi, stanca di sentirmi dire che sono io quella sbagliata, quella che gli ha rovinato la vita, stanca di barcamenarmi fra bugie sue, delusioni mie, umiliazioni e rimproveri.
Ho preso una decisione, LA DECISIONE: questa è l’ultima che mi fa.
Devo farlo, lo devo a me stessa. Non posso continuare così.
Forse la forza per fare questo passo me la da l’uomo che mi sta accompagnando nel mio cammino da qualche mese, questo mio grande amore, anche se è una storia senza futuro (e io lo so bene), forse è la forza della disperazione, di chi credeva di aver già visto e vissuto tutto il brutto di un matrimonio finito e invece si accorge che al peggio può non esserci fine.
Forse, e dico forse, lo faccio anche per Lui, mio marito, che sono sicura non sta bene così, con questa vita, con me; spero che dopo, prese le distanze da me, dai problemi che gli creo, trovi un equilibrio e un po’ di pace e ritorni ad essere la persona che ho conosciuto ed amato più di venticinque anni fa.
Ora, ogni sera, al momento di andare a letto, di riposarsi, si comincia invece a discutere: ogni sera, per almeno 2 o 3 ore, si ripetono i soliti vecchi discorsi ("… e perchè io… e perchè tu… quella volta però io… quella volta invece tu…"), in un’altalena di responsabilità e colpe e sbagli e aspettative deluse che non finisce mai.
Io mi meraviglio di essere forte così, di riuscire a tenergli testa, di non mettermi a piangere, come ho fatto in precedenza; mi meraviglio anche di essere riuscita a dirgli la cosa più ovvia, che doveva esser detta tanto tempo fa, ma che non mi era mai riuscito di fare: che non lo amo più.
Lui non accetta questa idea, non si capacita e non si da pace, torna alla carica, mi chiede baci, abbracci, intimità, che io non desidero più.
Mi ha deluso, mi ha ferito troppo, mi ha fatto sentire la donna più sbagliata della terra, la peggiore, quella da cui fuggire, come faccio a desiderarlo ancora?
Ora mi affronta accusandomi di "buttarlo fuori di casa", mentre non gli ho mai detto nulla del genere, anzi sarei anche disposta a trovare una soluzione da "separati in casa", per cercare un modo civile di risolvere la questione e ridurre al minimo i disagi per noi e i figli, almeno per i primi momenti.
Ma non va bene nemmeno così: minaccia di chiedere il trasferimento lontano dalla nostra città, dalla famiglia, di far perdere le sue tracce, di non voler più sapere nulla di me, di noi.
Saranno giorni difficilissimi i prossimi, di grandissima tensione e stress, spero solo di riuscire a non tornare sui miei passi.
Sarebbe la fine per me, il definitivo ko, non mi rialzerei più e  perderei anche la stima in me stessa.
Pubblicato in "tsunami" | 3 commenti

Allistante – Emergency

 
 
 
Raccolta fondi per l’acquisto di un apparecchio per la TAC a favore del Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan.
———————————————————–

Al fine di potenziare l’area diagnostica dell’ospedale di cardiochirurgia a Khartoum, Emergency ha programmato l’acquisto di un apparecchio (CT Scan) per la tomografia computerizzata. L’apparecchio consentira’ allo staff medico di Emergency di ottenere informazioni piu’ dettagliate sulle patologie dei pazienti che arrivano al Centro Salam da diverse regioni dell’Africa.

L’importo complessivo per l’acquisto del CT Scan e’ di 57.000 euro.

E’ possibile partecipare direttamente all’acquisto dell’apparecchio attraverso una donazione con:

– Carta di credito on-line dal sito internet di Emergency:

http://www.emergency.it/donazioni/donazioni_alli.php?mail=delgratta@sns.it

– CartaSi’, Visa e Mastercard telefonando al numero verde CartaSi’
800-667788

– Bonifico bancario intestato a EMERGENCY IBAN IT 51 J 01030 01600 000007500076 presso Banca Monte dei Paschi di Siena, sede di Milano

Vi chiediamo di segnalare come causale della vostra donazione:
"Sudan – CT Scan"

Per maggiori informazioni sul Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan clicca qui:
http://www.emergency.it/docs/Scheda_SALAM_CT_SCAN.pdf

Per guardare il video del primo intervento cardiochirurgico al Centro Salam clicca qui:
http://www.emergency.it/menu.php?A=002&SA=030&P=187&ln=It

Pubblicato in Solidarietà | Lascia un commento

Allistante – Newsletter di Emergency

 
 
 
ENDOSCOPI PER L’OSPEDALE IN SIERRA LEONE

Dal 2006 presso il Centro chirurgico di Emergency a Goderich, in Sierra Leone, e’ attivo un programma di dilatazione endoscopica dell’esofago per le ustioni causate dall’ingestione di soda caustica, utilizzata dalle madri per produrre sapone in casa e dai bambini scambiata per acqua. Nel solo 2008 sono stati ricoverati nella corsia chirurgica pediatrica dell’ospedale 249 bambini (un numero doppio rispetto al 2007), che sono stati sottoposti a interventi periodici di dilatazione dell’esofago, l’unico modo per ridare loro una speranza di nutrizione autonoma e quindi di vita.

Gli endoscopi che sono finora stati utilizzati dai nostri chirurghi necessitano urgentemente di riparazione per poter continuare questo importante programma sanitario, che e’ possibile realizzare solo presso il nostro ospedale in tutta la Sierra Leone.

Alla riparazione degli strumenti esistenti, si accompagna la necessita’ di acquistare due nuovi apparecchi, uno pediatrico e uno per adulti (utilizzato in particolare per i pazienti adolescenti). Il costo complessivo di tale operazione e’ di circa 20.000 euro.

Per contribuire alla riparazione e all’acquisto degli endoscopi per l’ospedale di Emergency in Sierra Leone:

– Carta di credito on-line dal sito internet di Emergency:
http://www.emergency.it/donazioni/donazioni_sl.php?mail=delgratta@sns.it

– c/c bancario intestato a EMERGENCY
IBAN IT 95 J 08210 20800 000000131000
presso Cassa Rurale di Rovereto, sede di Rovereto

Vi chiediamo di segnalare come causale della vostra donazione:
"Sierra Leone – programma di dilatazione"

Per maggiori informazioni sul programma di dilatazione clicca qui:
http://www.emergency.it/docs/Scheda_GODERICH_endoscopia.pdf

——————————————————————
5X1000 PER GLI OSPEDALI DI EMERGENCY

In 15 anni Emergency ha curato oltre 3 milioni di persone.

Devolvi il tuo 5×1000 agli ospedali di Emergency. Non costa nulla.

Compila la scheda Cud, del modello 730 o del modello unico.
Firma nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato…"
Indica il codice fiscale di Emergency 971 471 101 55

Pubblicato in Solidarietà | Lascia un commento

Allistante – Emergency

 
Allistante
Notiziario di Emergency
 
 
 
Sabato 21 marzo, 2009 alle ore 21,30 RaiNews24 mandera’ in onda il
film di Emergency "Domani torno a casa" di Paolo Santolini e Fabrizio
Lazzaretti.

Un afgano di sette anni incappato in una mina e un quindicenne
sudanese aggredito da una grave malattia cardiaca. Due esistenze in
attesa come tante di restare narrazioni interrotte. L’ostinazione
contro la guerra e la miseria puo’ trasformare in storie e in futuro
questi abbozzi incompiuti di vita. A dire come sia percorribile il
passaggio dalla disperazione al domani.

Il film – prodotto da Rai Cinema e Magnolia – e’ stato presentato come
Evento Collaterale alla 65. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia.

===============================================
"Domani torno a casa"
Sabato 21 marzo, 2009 alle ore 21,30 RaiNews24

Dove vederlo:

DTT: canale numero 16
SAT: Sky numero 506 – Hotbird 8 (13.0E) 11804.00 V, 27500

Streaming:
http://www.rai.tv/mplivetv/0,,LiveTv%5E16,00.html

—————————————————–
Allistante 1.1 – Sistema di Informazione
realizzato da Allistante.it S.r.l.
http://www.allistante.it

Pubblicato in Solidarietà | Lascia un commento

Week-end a Siviglia

 
 
 
Ultimo week-end di Febbraio a Siviglia.
 
 
Carissimi, oggi vi racconterò come ho trascorso uno straordinario fine settimana a Siviglia e spero che tutti voi, se non avete già avuto il piacere e la fortuna di andarci, possiate visitare questa stupenda città quanto prima: io ne sono rimasta affascinata e rapita.
 
In realtà si è trattato di più di un fine settimana: siamo partiti il sabato prestissimo e siamo tornati il martedì successivo all’ora di pranzo.
 
Partiti dopo giorni di pioggia battente e di freddo tagliente, siamo arrivati in una città splendente di sole e allietata da un clima mite, che non si può descrivere: la temperatura all’ora di pranzo è arrivata a 25°, neanche una nuvolina in cielo, neanche una bava di vento… macchè primavera… era già estate!!!
Meno male che avevo messo in valigia, spinta da un ottimismo irrefrenabile, un paio di magliette a mezze maniche, così ho evitato di squagliarmi completamente.
Che città! Che colori!
Complice anche la dolcezza del clima (che ti fa vedere tutto più bello!), ci siamo trovati di fronte palazzi imponenti, di un’architettura ricchissima di particolari arabeggianti e coloratissimi, trine di marmi policromi e piastrelle bianche, gialle, azzurre che formavano mosaici incredibili.
Le stradine dei rioni più antichi, fresche e riparate dal sole, avevano terrazzi con balaustre di ferro battuto meravigliose, intrecci fitti di fiori e motivi geometrici di ineguagliabile fantasia e creatività.
E poi la Cattedrale… col maestoso campanile: la Giralda.
Sorta dove era una moschea, le sue dimensioni sono gigantesche e all’interno c’è una tale ricchezza di dipinti, statue, archi, colonne, mosaici, transetti scolpiti nel legno, vetrate policrome… che dire? … uno spettacolo!
Il panorama che si gode dall’alto della Giralda comprende l’intera città; da lassù si apprezzano le architetture più varie, i giardini di cui la città è ricca, il corso del Guadalquivir e ancor di più le dimensioni dellla cattedrale sottostante, imponente e smisurata.
E poi, come non parlare della Plaza de Toros?
Obbligatoria la visita al museo, con i trofei e la celebrazione della tauromachia, importantissima e talmente sentita da tutta la popolazione, quasi facesse parte di un rito religioso.
Per finire, cena con spettacolo! Flamenco!!!
Sono rimasta colpita e affascinata da questa cultura e da questo ballo, caldo, sensuale e molto forte, dal ritmo trascinante e sanguigno, al punto che mi piacerebbe tanto imparare…
 
E infine, il ritorno, reso meno amaro dal fatto che nel frattempo anche da noi era smesso di piovere e non abbiamo ritrovato l’inverno pieno che avevamo lasciato, ma una temperatura un po’ meno rigida di quella che ci aveva salutato al momento di salire sull’aereo alla partenza.
 
Non siamo riusciti a vedere tutto, purtroppo, ma io sono contenta forse ancor di più: questo sarà un motivo che mi spingerà a tornarci quanto prima.  
Pubblicato in Viaggi | Lascia un commento